Lo S.P. è un'anima affine che ti capisce e ti completa

martedì 9 novembre 2010

Se solo sapessero quanto nero c'è

martedì 7 settembre 2010

sole, acqua, amore e odio.

Era una giornata stupendamente estiva. Una di quelle da manuale dell'estate; in cielo sole alto e zero nuvole, in aria niente vento, ed a terra un bel caldo, tutto rifinito dalla completa ed assoluta mancanza di impegni.
Andarono a fare il bagno. Solo lui e lei. Soli, in una spiaggia dove non c'era mai nessuno, in una spiaggia quasi impossibile da raggiungere per chi non era del posto. Per arrivarci l'unica possibilità era, all'inizio, un passaggio stettissimo tra gli alberi, niente sentieri o simili, e alla fine, una discesa molto ripida su degli scogli. Questa era la croce di quel posto, dovevi sudare per arrivarci; ma la delizia sopraggiungeva subito dopo esser arrivati. Un angolo dell'eden è rimasto sulla terra, dal tempo immemore di Adamo e di Eva, ad offrire la sua pace e la sua beata solitudine a chi volesse prendere il posto degli antichi genitori.
E quel giorno arrivarono loro due. Quel giorno si accorsero che le loro anime ancora combaciavano molto bene. Si studiarono. Quel giorno non fecero in tempo a darsi un bacio, la giornata fu tutta presa dallo spirito. In fondo, pensateci, se da un giorno all'altro Pietro dovesse invitarvi a fare un giro in paradiso non ci mettereste almeno una mezza giornata per ambientarvi?
L'estate, La solitudine, l'intima complicità.
Bello vero? Certo, un bel giorno per piantare il più profondo fiore del male nella sua anima

sabato 14 agosto 2010

aridità

Il suo problema era che aveva perso il gusto di vivere la sua vita.
Gli amici non lo interessavano, i libri lo teneva impegnato per un pò ma poi si spazientiva, i film nella stessa misura dei libri dopo poco lo annoiavano. La musica lo aiutava, quella si, ma anche in quel caso solo per una piccola porzione di tempo rispetto alle lunghissime 24 ore della giornata che immerse nei lunghissimi mesi che immersi nei lunghissimi anni sembravano un'infinita tortura.
Non riusciva a provare emozioni, si sentiva arido; la sua anima era diventata un luogo inospitale come un deserto. Dopo essere stato coivolto per così tanto tempo in una relazione appagante e totalmente conivolgente ora trovava grande difficoltà a farsi coinvolgere della piccole soddisfazioni della vita quotidiana.



Il piacere di un buon libro, il calore umano di un amico erano niente.
Niente nulla vuoto deserto.
Un foglio bianco, un cursore lampeggiante su una schermata nera, uno specchio senza riflesso, un uomo senza ombra.
Piacere, si disse, sono Dorian.

lunedì 26 luglio 2010

questi sono i "-" della sua vita

Erano ormai più di due ore che Dorian stava sulla sua sedia da lettura.
Prima di immergersi nel libro aveva sistemato la stanza come meglio poteva per creare un ambiente rilassante; la tenda parasole abbassata, il ventilatore al minimo, nello stereo un cd di Billie Holiday e dopo aver messe dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere lo riempi con il the che aveva preparato la mattina. Versatosi da bere si guardò intorno, si disse che non avrebbe potuto fare niente di più e si immerse nella lettura.
Ora, trascorse due ore, ed avendo corso, sudato, dormito e mangiato nel deserto insieme a Mike, il protagonista del romanzo, si era annoiato di vivere una vita non sua, così chiuse il libro.
Si guardò intorno e, come due ore prima, tutto era perfettamente a posto. Tutto era calibrato alla perfezione per lui, per una persona, ed allora bestemmiò. Gli capitava così, a volte; gli capitava di rendersi conto in un istante, con uno sprazzo di lucidità estrema, di essere solo. Non che già non lo sapesse, ovviamente, ma capire profondamente il significato della parola solitudine, sentirne il sapore, vederne il colore, guardarne l'effetto sul suo viso lo faceva arrabbiare tanto da mandarlo in tilt. Se la prendeva con lei, con lui, con tutti; ed allora la bestia prendeva il sopravvento nel suo spirito. Se Darwin lo avesse visto in quelle circostanze non avrebbe avuto bisogno di andare alle Galapagos per capire che l'Uomo discende dagli animali. Nella sua furia cieca e brutale c'erano tutti i tratti del bestia ferita o in gabbia che lotta selvaggiamente per scappare e riprendersi la sua vita. In più, a peggiorare la situazione, c'era la consapevolezza che lui non era in gabbia, che avrebbe potuto fare qualcosa per contrastare questa situazione; ma cosa, cosa fare? Considerò l'idea di richiamare Kathtrine ma il solo pensiero lo disgustò. Allora cercò altre vie guardandosi intorno in cerca di un qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi. Lui era lì, in piedi, al centro della sua stanza singola, costruita\arredata\pensata per un singol e non vedeva niente di utile; non vedeva nulla che potesse dargli un'idea di come riempire il cuore di un sentimento diverso dalla rabbia che intanto cresceva furiosa e incontrollabile.
"Cosa posso fare? Cosa potei fare? Cosa potrò fare?" si ripeteva urlando in testa, automaticamente, come un mantra.

mercoledì 14 luglio 2010

somme negative (somme di "-")

Usci da casa di Katrine per cercare di scrollarsi definitivamente di dosso quella sgradevole sensazione di vuoto.
Non che la notte appena passata fosse stata come la precedente, tutt'altro. Aveva dormito e fatto l'amore ma ciò nonostante svegliandosi si era sentito ancora solo.
Quando aveva aperti gli occhi, nel momento in cui il giorno era ancora una dobolissima striscia di luce ad est, non pote fare a meno di chiedersi perché si ostinava a portare aventi una così squallida relazione. Mentre lui la guardava dormire, lei si mostrava in tutta la sua splendita nudità. Lei dormiva e lui pensava, poggiato ad un gomito, pensava alla bellezza e a quanto poco importi questa in una relazione. La bellezza conta solo il primo momento poi deve esserci qualcosa di più, qualcosa che lui non aveva trovato in lei. Già, per quanto avesse cercato in lei qualcosa di affine a se stesso, per quanto avesse provato a condividere le proprie profonde emozioni, lei era rimasta un corpo estraneo da suo, lei era rimasta solo una bella cosa.
"Ma posso Amare una bella cosa?" pensò "No, non posso"
"E allora che ci stò a fare qui?"
Non trovò risposta alla domanda.
Si alzo, si fece la sua solita doccia gelata ed usci con l'intenzione di non tornare più.

martedì 13 luglio 2010

Ma i "-" non spariscono

Subito dopo aver mangiato prese la macchina, fece il brave tratto di strada che divideva le loro due case e si mise ad aspettarla lungo la via principale del suo quartiere. Pochi minuti dopo che si era fermato senti il rumore elettrico della serratura che scattava ed un'istante dopo lei apparve sulla soglia.
Occhi verdi, carnagione chiara e lunghi capelli castani. Quel giorno indossava un paio di bermuda e una canottiera che lasciavano intravedere il costume indossato per andare al mare. La guardò ammirato sfilargli davanti alla macchina, aprire la portiera e sedersi. Lui rimase in attesa, sapeva che prima avrebbe sistemato le sue cose e poi si sarebbe girata verso di lui. E così fece. Mentre gli diceva "ciao, come stai?" passo in rassegna il suo viso, facendogli capire che quella era più di una semplice domanda retorica; lei si preoccupava davvero di lui, nonostante si fossero visti anche due ore prima. E lui, come sempre, reagi lusingato e compiaciuto al suo interesse e mentre sorridente la baciava disse "bene, ora sono con te!".

Dorian si svegliò,anche se la sveglia ancora dovava suonara. Gli capitava così quando la sognava.
Il suo inconscio, fregandosene della ragione, la voleva, la sognava e gli faceva rivivere parti della loro storia. Ma la ragione, che in qualche modo rimaneva vigile anche durante il sonno (in un modo misterioso, quasi magico ma innegabile)
interrompeva sempre l'opera della parte più nascosta di lui e lo svegliava.
Si ritrovò sdraiato e solo ed uno sbuffo di insofferenza gli sfuggi dalle labbra.
Pensò "fanculo a lei, fanculo a me." Pensò anche alla ragazza con cui usciva adesso ma non risolse il suo problema; lei gli mancava. Imprecando ancora più intensamente si alzo e si gettò sotto l'acqua gelata della doccia.

venerdì 11 giugno 2010

Qualche "+"

Eccole le piccole cose della vita, si disse guardandosi intorno. Eccole: la calma di una spiaggia assolata in um fine pomerigio di giugno, la compagnia silenziosaa di un buon amico, il profumo della pella al sole, il gorgogliare delle onde.
Questi, si desse, sono i fondamenti della felicità.
Come, è facile pensare così quando si è sdraiati al sole, dubitò? No, è giusto pensare così anche in un fine pomerigio di novembre, scuro e piovoso. E ancora; è facile pensare questo quando non ci sonno problemi che ti assillano. Si, è più facile pensare così sdraiato al sole, ma questo ricordo, quete impressioni, ti guideranno anche quando ti troverai in mezzo alla bufera e ti aiutera a rimanere calmo e prendere le decisioni giuste.

martedì 8 giugno 2010

i motivi del "+"

Si, Dorian stava convincendosi che aveva avuto ragione; il mondo può offrire occasioni a migliaglia se solo si è pronti ad accettarle.
E lui si era convinto a farlo, nonostante quel senso indefinito, vago e un po' inquietante che non lo faceva rilassare. Già, perché per una strana alchimia lui si sentiva la verità e la giustizia della sua convinzione, ma non poteva dirsi totalmente felice o pienamente soddisfatto.
Come sempre, in questi casi, si disse che appena ne avesse avuto il tempo ci avrebbe riflettuto sopra; lui amava capire i motivi delle sue passioni e odiava sentirsi trasportare da emozioni\passioni non completamente chiare. E come sempre si diede una risposta (ah, che bello sarebbe se la psicologia fosse una scienza esatta, matematica: equazioni, variabili, incognite...e alla fine risultati certi inequivocabili, con la possibilita di essere dimostrati e confermati) che a lui sembrava essere la più ragionevole.
Più o meno le considerazioni che face erano state queste: dato che stava facendo una scelta era inevitabile prendere qualcosa e lasciare qualcos'altro. Lui stava "riprendendosi la sua vita", stava concedendosi la possibilità di avere nuove esperienze, di vedere nuovi spazi, di conoscere nuove persone. Per fare questo lui sentiva che doveva lasciare andare Chantal. Doveva definitivamente liberare la sua mente dal suo ricordo, come si suol dire, doveva, e lo stava facendo, metterci una pietra sopra. E prorpio da ciò nasceva quel senzo vago di inquietudine, rinunciare a lei sentiva che era come rinunciare a quell'idea romantica di un amore puro e ideale. Già, si disse mentre era steso sul letto ascoltando Billie Holiday, era una scelta dolorosa e per poco la sua decisione vacillò; ma subito sorrise tra se -questo era un dono di Dio, lo aveva dotato di spirito ottimistico e di buon umore- sapeva che avrebbe incontrato un'altra Chantal e che con lei sarebbe ritornato nel regno infinito ed immortale delgi amanti.
Già, si disse convinto, non rinunciava all'Amore, rinunciava a quell'accidente perticolare dell'Amore.

venerdì 28 maggio 2010

questi sono i "+" della sua vita

Ormai Dorian si stava convincendo, non l'avrebbe più cercata.
Nonostante la pensasse, spesso, si era ripromesso di non muovere più un passo nella sua direzione. Ma era stata una scelta dettata da cosa? Dall'orgaglio? Dal dolore? Dalla rabbia?
Non poteva rispondersi con sicurezza perchè un misto di tutti questi sentimenti e passioni aveva contribuito a fargli prendere la sua decisione; ma su quale fosse la predominante, quale gli avesse dato la spinta decisiva, proprio non sapeva decidersi.
Ma poi una sera era arrivata la risposta. E fu inaspettata, inattesa, incosciente(nel senso che non era stata elaborata razionalmente) risposta.
L'amore lo aveva spinto. L'amore, e cos'altro? L'amore per se stesso, per la sua persona.
Perchè ostinarsi a rincorrere lei che aveva chiaramente detto di volersene andare. Lei gli aveva mostrato che esistono passioni che non si possono tradurre in parole, gli aveva fatto sentire emozioni che nessun poeta avrebbe mai potuto cantare, gli aveva aperto le porte di un mondo infinito ed immortale, ma poi aveva deciso di lasciare tutto questo e se ne era andata. Ora lui, finalmente, aveva acquistato la fiducia in se stesso che quell'infinito era lì perchè anche lui lo aveva voluto, non era solo merito di lei, lui aveva la stessa parte di merito di lei. E finalmente, dopo aver bene interiorizzato questi ragionamenti, si guardò nuovamente intorno e riscopri la gioia di essere vivo.

venerdì 14 maggio 2010

eterna indecisione

Dorian la pensava ormai da anni. La sognava in tutte le situazioni, in tutti gli atteggiamenti, sempre e dappertutto.
Dorian ebbe modo di risentirla, e il cuore gli tremò.
Dorian allora pensava a rivederla, e il cuore smise di tremare. Si chiese: vuoi davvero rivederla? Dorian non sa come si disse di no.

giovedì 4 marzo 2010

wild side

ugly, old, dirty wild side... i love you!

martedì 16 febbraio 2010

Sogni in terza persona

L'altra sera ho sognato un'altra volta una ragazza.
Non quella di sempre, un'altra. Ma ora mi viene da pensare che forse non sogno loro, ma sogno "me stesso nei loro confronti".
Non sò come spiegarlo, è come se sognassi in terza persona.
Io sogno, e sogno di ragionare su cio che faccio nel sonno...
Già, perchè queste due ragazze sono legate a me, o piuttosto dovrei dire che io sono legato a loro, da uno sbaglio(immenso, enorme, gigantesco) che ho commesso.
E il mio sogno si inserisce proprio in questo momeneto, rifarei quello che ho già fatto?
Ragionando a mente fredda direi sicuramente di no, ma se mi ritrovassi in quella situazione che farei?
Il mio incoscio nemmeno è tanto sicuro, perchè una volta faccio una cosa, un'altra prendo la direzione opposta...

venerdì 22 gennaio 2010

My heart, me eyes, my life,

Anche se tu diventassi un fiore, anche se diventassi un orso, anche se diventassi un delfino volante, non smetterei mai di amarti. Anche quando l'universo ricadrà su se stesso e rinascerà io sarò sempre lì, un piccolo atomo che ricorderà l'amore per te. E se non bastasse questa vita, se non bastasse questo universo, io rinascerò altre mille volte o aspetterò che l'universo rinasca altre mille volte per cercarti e amarti.
lo giuro. Su tutte le lacrime che ho versato.

lunedì 18 gennaio 2010

एवेरी_लाइफ !

A volte piangere mi piace. Mi fa sentire vivo, anche nel dolore.

giovedì 14 gennaio 2010

Life...is here!

La vita non è qualcosa che ti accade. La tua vita è il risultato di come tu rispondi alle opportunità e alle sfide che si presentano.
Di fronte a qualsiasi evento, anche quelli sui quali non hai nessun controllo, tu puoi sempre decidere come reagire e come affrontarlo. Non incolpare gli altri, non prendertela con la sfortuna.
La tua vita è una tua scelta.

homus faber ipsuis fortunae!

mercoledì 13 gennaio 2010

2010 D.C.

Qual'è la più grande comquista della modernità?
E' la possibilità che ognuno di noi ha di studiare quello che vuole.
Fino al secolo scorso solo i ricchi potevano pormettersi di studiare, di interessarsi a qualcosa; oggi tutti possiamo farlo. Non stò parlando dei corsi universitari(che sono la via più sicura e facile per raggiungere la preparazione in qualche campo). Stò parlando della possibilità che tutti abbiamo di approfondire qualsiasi argomento che ci interessi. Stò parlando della conoscenza, la libera conoscenza.
Ricorda: Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.

martedì 12 gennaio 2010

Life...where is?

Per quante cose faccia, per quante attività svolga mi sento sempre vuoto.
Mi guardo e vedo che sto buttando la vita...
Cazzo, buttiamo tutti gli orpelli e riprendiamoci le nostre vite!