Lo S.P. è un'anima affine che ti capisce e ti completa

sabato 8 gennaio 2011

A volte ti può anche piacere girare in macchina, da solo, alle tre di notte, per un piccolo paese di provincia.

P.S.
Si scrive più del male che del bene

martedì 9 novembre 2010

Se solo sapessero quanto nero c'è

martedì 7 settembre 2010

sole, acqua, amore e odio.

Era una giornata stupendamente estiva. Una di quelle da manuale dell'estate; in cielo sole alto e zero nuvole, in aria niente vento, ed a terra un bel caldo, tutto rifinito dalla completa ed assoluta mancanza di impegni.
Andarono a fare il bagno. Solo lui e lei. Soli, in una spiaggia dove non c'era mai nessuno, in una spiaggia quasi impossibile da raggiungere per chi non era del posto. Per arrivarci l'unica possibilità era, all'inizio, un passaggio stettissimo tra gli alberi, niente sentieri o simili, e alla fine, una discesa molto ripida su degli scogli. Questa era la croce di quel posto, dovevi sudare per arrivarci; ma la delizia sopraggiungeva subito dopo esser arrivati. Un angolo dell'eden è rimasto sulla terra, dal tempo immemore di Adamo e di Eva, ad offrire la sua pace e la sua beata solitudine a chi volesse prendere il posto degli antichi genitori.
E quel giorno arrivarono loro due. Quel giorno si accorsero che le loro anime ancora combaciavano molto bene. Si studiarono. Quel giorno non fecero in tempo a darsi un bacio, la giornata fu tutta presa dallo spirito. In fondo, pensateci, se da un giorno all'altro Pietro dovesse invitarvi a fare un giro in paradiso non ci mettereste almeno una mezza giornata per ambientarvi?
L'estate, La solitudine, l'intima complicità.
Bello vero? Certo, un bel giorno per piantare il più profondo fiore del male nella sua anima

sabato 14 agosto 2010

aridità

Il suo problema era che aveva perso il gusto di vivere la sua vita.
Gli amici non lo interessavano, i libri lo teneva impegnato per un pò ma poi si spazientiva, i film nella stessa misura dei libri dopo poco lo annoiavano. La musica lo aiutava, quella si, ma anche in quel caso solo per una piccola porzione di tempo rispetto alle lunghissime 24 ore della giornata che immerse nei lunghissimi mesi che immersi nei lunghissimi anni sembravano un'infinita tortura.
Non riusciva a provare emozioni, si sentiva arido; la sua anima era diventata un luogo inospitale come un deserto. Dopo essere stato coivolto per così tanto tempo in una relazione appagante e totalmente conivolgente ora trovava grande difficoltà a farsi coinvolgere della piccole soddisfazioni della vita quotidiana.



Il piacere di un buon libro, il calore umano di un amico erano niente.
Niente nulla vuoto deserto.
Un foglio bianco, un cursore lampeggiante su una schermata nera, uno specchio senza riflesso, un uomo senza ombra.
Piacere, si disse, sono Dorian.

lunedì 26 luglio 2010

questi sono i "-" della sua vita

Erano ormai più di due ore che Dorian stava sulla sua sedia da lettura.
Prima di immergersi nel libro aveva sistemato la stanza come meglio poteva per creare un ambiente rilassante; la tenda parasole abbassata, il ventilatore al minimo, nello stereo un cd di Billie Holiday e dopo aver messe dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere lo riempi con il the che aveva preparato la mattina. Versatosi da bere si guardò intorno, si disse che non avrebbe potuto fare niente di più e si immerse nella lettura.
Ora, trascorse due ore, ed avendo corso, sudato, dormito e mangiato nel deserto insieme a Mike, il protagonista del romanzo, si era annoiato di vivere una vita non sua, così chiuse il libro.
Si guardò intorno e, come due ore prima, tutto era perfettamente a posto. Tutto era calibrato alla perfezione per lui, per una persona, ed allora bestemmiò. Gli capitava così, a volte; gli capitava di rendersi conto in un istante, con uno sprazzo di lucidità estrema, di essere solo. Non che già non lo sapesse, ovviamente, ma capire profondamente il significato della parola solitudine, sentirne il sapore, vederne il colore, guardarne l'effetto sul suo viso lo faceva arrabbiare tanto da mandarlo in tilt. Se la prendeva con lei, con lui, con tutti; ed allora la bestia prendeva il sopravvento nel suo spirito. Se Darwin lo avesse visto in quelle circostanze non avrebbe avuto bisogno di andare alle Galapagos per capire che l'Uomo discende dagli animali. Nella sua furia cieca e brutale c'erano tutti i tratti del bestia ferita o in gabbia che lotta selvaggiamente per scappare e riprendersi la sua vita. In più, a peggiorare la situazione, c'era la consapevolezza che lui non era in gabbia, che avrebbe potuto fare qualcosa per contrastare questa situazione; ma cosa, cosa fare? Considerò l'idea di richiamare Kathtrine ma il solo pensiero lo disgustò. Allora cercò altre vie guardandosi intorno in cerca di un qualsiasi appiglio a cui aggrapparsi. Lui era lì, in piedi, al centro della sua stanza singola, costruita\arredata\pensata per un singol e non vedeva niente di utile; non vedeva nulla che potesse dargli un'idea di come riempire il cuore di un sentimento diverso dalla rabbia che intanto cresceva furiosa e incontrollabile.
"Cosa posso fare? Cosa potei fare? Cosa potrò fare?" si ripeteva urlando in testa, automaticamente, come un mantra.

mercoledì 14 luglio 2010

somme negative (somme di "-")

Usci da casa di Katrine per cercare di scrollarsi definitivamente di dosso quella sgradevole sensazione di vuoto.
Non che la notte appena passata fosse stata come la precedente, tutt'altro. Aveva dormito e fatto l'amore ma ciò nonostante svegliandosi si era sentito ancora solo.
Quando aveva aperti gli occhi, nel momento in cui il giorno era ancora una dobolissima striscia di luce ad est, non pote fare a meno di chiedersi perché si ostinava a portare aventi una così squallida relazione. Mentre lui la guardava dormire, lei si mostrava in tutta la sua splendita nudità. Lei dormiva e lui pensava, poggiato ad un gomito, pensava alla bellezza e a quanto poco importi questa in una relazione. La bellezza conta solo il primo momento poi deve esserci qualcosa di più, qualcosa che lui non aveva trovato in lei. Già, per quanto avesse cercato in lei qualcosa di affine a se stesso, per quanto avesse provato a condividere le proprie profonde emozioni, lei era rimasta un corpo estraneo da suo, lei era rimasta solo una bella cosa.
"Ma posso Amare una bella cosa?" pensò "No, non posso"
"E allora che ci stò a fare qui?"
Non trovò risposta alla domanda.
Si alzo, si fece la sua solita doccia gelata ed usci con l'intenzione di non tornare più.

martedì 13 luglio 2010

Ma i "-" non spariscono

Subito dopo aver mangiato prese la macchina, fece il brave tratto di strada che divideva le loro due case e si mise ad aspettarla lungo la via principale del suo quartiere. Pochi minuti dopo che si era fermato senti il rumore elettrico della serratura che scattava ed un'istante dopo lei apparve sulla soglia.
Occhi verdi, carnagione chiara e lunghi capelli castani. Quel giorno indossava un paio di bermuda e una canottiera che lasciavano intravedere il costume indossato per andare al mare. La guardò ammirato sfilargli davanti alla macchina, aprire la portiera e sedersi. Lui rimase in attesa, sapeva che prima avrebbe sistemato le sue cose e poi si sarebbe girata verso di lui. E così fece. Mentre gli diceva "ciao, come stai?" passo in rassegna il suo viso, facendogli capire che quella era più di una semplice domanda retorica; lei si preoccupava davvero di lui, nonostante si fossero visti anche due ore prima. E lui, come sempre, reagi lusingato e compiaciuto al suo interesse e mentre sorridente la baciava disse "bene, ora sono con te!".

Dorian si svegliò,anche se la sveglia ancora dovava suonara. Gli capitava così quando la sognava.
Il suo inconscio, fregandosene della ragione, la voleva, la sognava e gli faceva rivivere parti della loro storia. Ma la ragione, che in qualche modo rimaneva vigile anche durante il sonno (in un modo misterioso, quasi magico ma innegabile)
interrompeva sempre l'opera della parte più nascosta di lui e lo svegliava.
Si ritrovò sdraiato e solo ed uno sbuffo di insofferenza gli sfuggi dalle labbra.
Pensò "fanculo a lei, fanculo a me." Pensò anche alla ragazza con cui usciva adesso ma non risolse il suo problema; lei gli mancava. Imprecando ancora più intensamente si alzo e si gettò sotto l'acqua gelata della doccia.